Descrizione |
Il giorno 10 novembre alle ore 18.30 si inaugura a Roma presso il
Museo Storico della Fanteria in P.za Santa Croce in
Gerusalemme 9, la mostra “Micro & Macro: il ruolo della
dimensione nell’arte”. All’esposizione partecipano 25
artisti contemporanei, ciascuno con due opere, una di
piccole ed una di grandi dimensioni, allo scopo di mettere a
confronto, in una panoramica di diversi stili, il
significativo ruolo che lo spazio gioca nella definizione
dell’opera.
Soqquadro
Presenta
micro & MACRO
Il ruolo della dimensione nell’arte
Mostra collettiva
ARTISTI PARTECIPANTI: Marco
Antonio Abbagnara, Marina Baciocchi, Andrea Bartolucci,
Marco Barucco, Mariachiara Bianchi, Daria Calvelli, Laura
Candy, Valentino Carboni,
Angelo De Boni,
Stefano Demuro, Gigliola Granella, Giovanni Mangiacapra,
Caterina Morelli, Marisa Muzi, Saro Puma, Gerardo Russo,
Anna Salvati,
Angela Scappaticci,
Pietro Spadafina, Giada Tarroni, Marcello Trabucco, Gloria
Tranchida, Lavinia Tucciarelli, Chiara Venturini, Antonio
Verdone
DATE: DAL 10 al 24 NOVEMBRE 2006
INAUGURAZIONE: 10 NOVEMBRE ORE 18.30
ORARI DI APERTURA: DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ 9.00/16.00 CHIUSO
SABATO E DOMENICA SABATO 11 NOVEMBRE APERTURA STRAORDINARIA
DALLE 9.00 ALLE 13.00
LUOGO: MUSEO STRORICO DELLA FANTERIA
INDIRIZZO: P.ZA S. CROCE IN GERUSALEMME 9, ROMA
ORGANIZZAZIONE: SOQQUADRO
CURATRICI: MARINA ZATTA, PAOLA RONZONI, VALENTINA ZATTA
INTERVENTO CRITICO: PAMELA CENTO
UFFICIO STAMPA: LOREDANA ANTONINI 340.2235634 lory.antonini@tiscali.it
INFO: tel. 06.4504846, 333.7330045, 06.7027971 @mail:
soqquadro@interfree.it
Ritorna Soqquadro. Fermate della metropolitana, Autobus,
Carceri, le possibilità di spazi espositivi non hanno
confini. Questa volta siamo presenti con una grande mostra
collettiva d’arte al Museo Storico della Fanteria.
L’attenzione dell’esposizione è centrata sul tema della
dimensione nell’arte; abbiamo chiesto ad un eterogeneo
gruppo di artisti, disuniti tra loro per stile e ricerca, di
partorire delle opere con una ben definita spazialità, con
misure all’interno delle quali agire. La mostra vuole
evidenziare il ruolo giocato dalle misure micro & MACRO
nella realizzazione di un lavoro artistico. La decisione di
esporre stili diversi (astratto, informale, figurativo…)
sottolinea la forza esplorativa della ricerca e crea un
percorso visuale stimolante. Il Museo, rinnovato nei suoi
spazi esterni, accogliendo nel suo interno ottocentesco un
flusso di energia artistica contemporanea, incoraggia lo
spettatore a riflessioni stimolanti sulla funzione
dell’elemento spaziale e ambientale.
Marco Antonio Abbagnara: il suo lavoro si evolve intorno ad
una ricerca informale/figurativa che tocca i temi
dell’attualità. In quest’esposizione espone un grande lavoro
in tela dorata con filo spinato elaborato come denuncia alla
schiavitù delle guerre ed un opera ricavata da radiografie
di crani umani.
Marina Baciocchi: persegue la linea di una ricerca
astratto-informale di alta qualità. I suoi lavori vengono
realizzati attraverso un sapiente uso della materia che
esplora con elaborazioni tecniche inusuali per la pittura.
Andrea Bartolucci: artista giovanissimo esplora i diversi
universi della materia passando da sculture realizzate in
ceramica, alle atmosfere del pastello, fino quadri che, con
micro disegni ripetuti in forma ossessiva, invadono lo
spazio della tela.
Marco Barucco: crea percorsi maniacali sia nella
realizzazione iperrealista ed estremamente curata del
dettaglio che viene reso esplicativo all’ennesima potenza,
sia nelle tematiche narrate che nelle evocazioni che
richiamano i percorsi dell’inconscio.
Mariachiara Bianchi: i lavori, spesso monocromi, della
Bianchi indagano sull’utilizzo di una materia densa, che
spesso deborda dallo spazio dimensionale dell’opera
attraverso interventi di sostanze aggiunte (sassi, legni…)
Daria Calvelli: il regista Marco Bellocchio di lei dice:
“Sono quadri che mi piacciono molto… dirò che sono belli per
una facilità-felicità naturale che si riconosce soprattutto
nel colore. Nella forma del colore, nell’accostamento dei
colori, nella vivezza, nella densità; Nel colorare d’istinto
e senza pensarci un momento…”
Laura Candy attraverso un utilizzo del dripping o delle
tamponature sulla tela racconta un astrattismo potente fatto
di segni che rappresentano l’esplorazione-espressione del
ritmo dell’anima dell’artista, alla ricerca di un ordine
creato attraverso il contenimento del caos.
Valentino Carboni: sfrutta le potenzialità espressive dei
materiali più diversi come sacchi di iuta, ritagli di
giornali, ferri industriali, su cui sono ben evidenti le
sedimentazioni del tempo. Nelle sue opere sono inglobati
questi ed altri elementi che forzano i limiti della tela per
trasformarla tridimensionalmente.
Angelo De Boni: usa lo spazio della tela ragionando al di là
della sua dimensione, invadendo l’esterno con piccoli segni,
quasi delle orme lasciate da pezzi di cose su campi
monocromatici. L’effetto è altamente concettuale, crea un
racconto denso, che emerge da esplodenti rossi o
luminosissimi bianchi.
Stefano Demuro: le sue sculture hanno un segno informale;
sono possenti nella loro lotta con lo spazio, anche nelle
piccole dimensioni e, sebbene divaghino tra diverse materie,
ruotano costantemente nella dimensione della pietra e dei
suoi derivati.
Gigliola Granella: le sue opere, improntate su una
figurazione espressionista, esplodono nello spazio della
tela con segni di colore veloce, forte, determinato, che
rapiscono lo spettatore trascinandolo verso un universo di
empatia con i sentimenti dell’artista.
Giovanni Mangiacapra: lavora sulla gestualità astratta; la
sua tecnica è collegata alla sapienza del colore e delle sue
possibili espressioni; il senso impresso dalla mano
dell’artista sottolinea la forza dei contrasti tonali
utilizzati da Mangiacapra con l’energia e la dinamica
proprie del ritmo musicale.
Sara Dragani ci racconta Caterina Morelli: “Una finestra
dalle lunghe tende. Una sedia a dondolo, e l’armadio accanto
ad essa. Oggetti e arredamenti, rapiti dagli interni delle
mura domestiche. Ma nessun ordine gerarchico intende imporsi
all’occhio: filo, segno a matita, vernice e pittura ad olio
intraprendono una convivenza serena e scevra da intenti
prevaricatori.
Marisa Muzi: le opere della Muzi nascono vincolate alla
materia; la pittrice ha esplorato interventi di sostanze
anomale che si mescolano al colore, fino ad arrivare al
bianco assoluto per lasciar esprimere in totale libertà
l’energia materica ed un segno figurativo che arriva a
sfiorare l’astratto.
Saro Puma: ci immerge in una vera e propria dimensione
informale; materie dense e pastose, colori che dominano la
scena dello spazio circostante. Puma ci trasmette con le sue
tele una sensazione di mondo rurale, arcaico, antropomorfo,
che richiama i nostri sensi a rivivere qualcosa di remoto
che è dentro di noi, seppellito nell’inconscio collettivo
dell’umanità.
Gerardo Russo: partendo dalle grandi esperienze modulari
dell’arte astratta, Russo ha creato un suo segno-modulo,
legato ad una visione antropomorfa ed al contempo evoluta
della pittura. Un’astrazione che cerca nel geroglifico la
sua essenza, nelle radici arcaiche dell’uomo la sua
attualità.
Anna Salvati: il ritmo ad onda è espresso negli ultimi
lavori attraverso la monocromia. Le pennellate ad olio
divengono segni circolari, curvilinei, riccioli dalle
leggere risonanze decò, fino a riempire la tela raccontando,
con un segno astratto, paesaggi ed atmosfere immaginifici.
Angela Scappaticci: per lei una sola parola: “Materia”. Di
materia solida e invadente dello spazio, contrapposta a
parti più impalpabili della tela, sono fatti i suoi lavori.
La maestria dell’artista riesce ad “ammucchiare” in un
angolo della tela un insieme di spessori che si
contrappongono al resto lasciato quasi senza rilievi in una
ricerca di affinità contrastanti.
Pietro Spadafina: unico tra gli espositori ad aver elaborato
le sue opere sul tema dei soldati, dedicando il suo lavoro
al museo che ospita l’evento. Dietro il suo lavoro pittorico
fatto di spazi uniformi di colore, si coniugano alcuni segni
geometrico/astratti con paesaggi da cui traspare un
interesse per il surreale ed il sogno.
Giada Tarroni: la forza di corpi femminili che invadono la
tela, pensati in una visione espressiva drammatica alla Egon
Schiele, caratterizza il lavoro della Tarroni; con colori
forti dai netti contrasti, che raggiungono anche il bianco e
nero, la pittrice sottolinea l’energia emanata dalle sue
creature.
Marcello Trabucco: le sue opere si fondano sulla
contrapposizione tra le due e le tre ridimensioni dello
spazio. Con opere fatte di legno colorato, Trabucco realizza
lavori esposti come superfici piane, ma che hanno in se fin
dalla loro origine la forza invadente della
tridimensionalità.
Gloria Tranchida: il suo lavoro si evolve nelle tematiche
legate all'ambiente e all'ecosostenibilità attraverso una
tecnica materica che utilizza carta e cartone riciclati.
Questi materiali, salvati dalla morte, trovano nei suoi
quadri nuova vita e nuova dignità; i colori metallici e
l’oro usati nelle creazioni enfatizzano questa preziosità
dimenticata che si vuol far riemergere ed evidenziare.
Lavinia Tucciarelli: tutto il suo lavoro è esprimibile in
una sola espressione: Informale. La sua visione del mondo è
fantastica, il suo sguardo meravigliato, assetato di novità
e curiosità. Di tutto il sommovimento della sua anima
Lavinia, quando dipinge non trattiene nulla, lascia che il
suo sentire esploda sulle tele, con ampi movimenti di
catarsi liberatoria.
Chiara Venturini: il suo figurativo è pensato in una visione
personalizzata attraverso cui l’artista si appropria
totalmente della sua ricerca poetica. Sfiora il surrealismo,
ma solo nella misura in cui esplora paesaggi fiabeschi
elaborati alla ricerca di segni simbolici.
Antonio Verdone: il lavoro di Verdone assembla materie
trovate, “objet trouve” che creano un unicum di atmosfere
magiche, rituali, ancestrali, tese a rivelare l’enigmatico
del mondo. Lo stesso artista nel suo manifesto teoretico
parla di un “Neo – infantilismo” e di “Testamento
etno-dadaista di un vagabondo” puntando nel suo rapporto con
lo spettatore sulla simultaneità del racconto delle sue
opere.
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