Next-Art
     
    
    Angelo De Boni, (1955) di Limbiate, è ritenuto affermato artista informale
    che si autodefinisce appartenente alla Next-Art. Espressione d'arte, della
    quale ne ha scritto il MANIFESTO nel 2000. Psonale,  un pò ermetica,
    sicuramente polimaterica e che tende, nell'ultimo periodo, al minimalismo.
    La sua formazione artistica si è realizzata all'Istituto d'Arte di Monza e
    nel laboratorio di disegno applicato della scultura in ceramica con
    l'esperto insegnamento di Nanni Valentini. Ha vissuto brevi esperienze di
    sceneggiatura in vari teatri, con compagnie di fama nazionale. 
    La Next-Art
    , "l'Arte più vicina, più prossima o più adiacente" è intesa
    come espressione di Arte visiva che riporta nel più breve tempo
    possibile rispetto a quando si è sentita un'emozione sulla tela. Osservando
    alcune coordinate: la polimatericità ridotta al minimo, pur conservandone
    il principio, ed i titoli delle opere che tendono all'ermetismo e sono parte
    integrante dell'opera.
    Quindi 
    è Arte in diretto rapporto con la vita, con la società, con le
    strutture. Essa è visualizzazione delle emozioni nel tempo più
    prossimo alle stesse, utilizzando il minimo della materia e rappresentando
    pittoricamente l'emozione nel suo massimo potenziale. La pittura di Angelo
    De Boni è materia anzi polimaterica, poiché la materia è elemento
    presente nel pianeta e nella vita quotidiana. Inoltre codici di Simboli: per
    De Boni ad esempio le pietre sono espressione del tempo, perchè da esso
    levigate e consumate nelle ere. Le pietre costituiscono anche emozioni quali
    continuità, rettitudine, stabilità... il colore bianco equivale all'
    educazione, la gioia, il sapere, il conoscere, la volontà, la
    trasparenza....il colore nero ai problemi mai digeriti (pesa come un
    macigno), ma anche oblio, ignoranza, non conoscenza, inconsapevolezza,
    rimorsi, rimpianti....  Per De Boni il legno è vita, è fuoco, è
    colore, mentre sabbia e pietruzze sono instabilità, incertezze....Nel suo
    procedere pittorico-artistico, Agelo De Boni, in continua evoluzione come lo
    scorrere della vita, in un suo primo ciclo ha sentito le emozioni e le ha
    esternate (lui era osservatore dall'interno). Ora le sue emozioni sono punti
    focalizzati in ampio campo bianco, ossia l'artista osserva il mondo e l'intestità
    dell'emozione da posizione esterna, come da una finestra  La sua Arte
    è ricerca di una dimensione estrema in continuo rinnovamento.
    
     
    
    Ermanno
    Sagliani
    Giornalista
    Saggista
     
     
    Angelo
    De Boni: i profili temporali della Next-Art
    
     
     
    
    “……ecco
    l’occasione di un salto nel tempo, di una riflessione
    artistico-concettuale da cui essere avvolti……………per entrare nel
    campo sinergetico del messaggio in bianco e nero dell’ultima evoluzione
    del movimento artistico della Next-Art, firmato dallo stesso Angelo De Boni:
    un’arte che in maniera sempre più sintetica ed essenziale, trasmetta un’emozione
    vissuta in un tempo “x” riproponendola in un angolo concentrato del
    personale spazio pittorico dell’autore, laddove si dispieghi da un centro
    vivo, bruciante e propulsore, la scia temporale ci ciò che viene dopo, next,
    “prossimamente”vicino al passato che arde, ma trascolorato in ciò che
    ne deriva. Sono tele dal fondo bianco, quasi accecante, gli spazi emotivi e
    di pensiero su cui muove l’arte di Angelo De Boni e in cui compare
    sospeso, ad aprirsi un varco nel tempo dell’oggi, il messaggio artistico
    dell’autore, isolato in un punto predestinato del quadro e fatto di legno,
    pietre, garze e colore. Materiali vivi, ognuno con una propria soggettività
    espressiva, a realizzare in un “flash” il concetto del vivere un certo
    avvenimento o fatto di cronaca, come la tragedia dell’11 settembre, il
    delitto di Cogne o il sempre-verde fenomeno della prostituzione, avendolo
    filtrato attraverso l’io dell’artista, che ne deduce creativamente il
    trasfigurarsi nel tempo non meno che nell’opinione comune, nella storia
    delle persone in quanto umanità. Minimi e minimali gli oggetti-soggetti
    compositivi, in cui ricorre il contrapporsi di un solo ed unico elemento
    nero a un “bianco” dispiegarsi di una moltitudine di voci, candide,
    rarefatte, in cui la memoria sembra esserne la guida, il filo conduttore che
    ne dissemina i resti, gli effetti, le sbiadite e pallide conseguenze. Un
    centro che brucia di nera esplosione, come un cuore in preda al vivo istante
    del dolore, e le lacrime, i pensieri, i bianchi ricordi che da esso prendono
    corpo, abitando in silenzioso rispetto lo spazio del tempo.