……. La Poesia
come la pittura
è per l’uomo un
modo essenziale
e spontaneo
d’esprimere le
sue
testimonianze,
trasfigurate in
Arte, diventano
molto piu’
antiche di
quelle della
scrittura. I
primi esempi di
iscrizioni
risalgono oltre
il quarto
millennio avanti
Cristo, mentre
in molte caverne
preistoriche si
sono trovati
dipinti e
graffiti ( cioè
incisioni in
pietra )
databili a
decine di secoli
prima, come le
raffigurazioni
di animali delle
grotte di
Lascaux, nella
Francia
meridionale, o
quelle di
Altamira, nella
Spagna
settentrionale.
Un tipo di
graffiti, che
secondo
Schechner, un
antropologo
tedesco che ci
ha spiegato in
un suo saggio,
ricco di notizie
storiche, che
gli artisti
primitivi
tracciavano il
disegno con
selci appuntite,
poi lo
coloravano
usando succhi di
piante, o
minerali ridotti
in polvere e
mescolati con
sangue e grasso
d’animali
facendo nascere
la comunicazione
tra gli uomini
di tribu’
diverse,
attraverso il
teatro. Dal
Teatro sono nate
la Poesia e la
Pittura per
prima, la cui
tinta era
spalmata
direttamente con
le dita: poi
usarono delle
asticelle
appiattite
all’estremità,
le spugne fatte
di muschi e
infine i primi
pennelli fatti a
ciuffi di pelo
d’animale
fissati a
bastoncini di
legno. Nascevano
così immagini di
dei guerrieri e
sovrani che
costituivano non
solo
testimonianze
d’arte, ma
documenti di
vita vissuta.
I momenti
poetici di Anna
Salvati sono
anche momenti
pittorici che
preferisce
dipingere con le
parole. Leggendo
“ Canti d’Amore”
le opere dipinte
sono piu’
difficili da
conservare, si
ha la sensazione
di trovarsi in
quegli ambienti
di cui sopra,
giunti fino a
noi, come le
tombe degli
Egizi o le
grotte dei
cavernicoli,
ostruite per
secoli. E’
poesia che ci fa
rivivere le
medesime
sensazioni e
condizioni
ambientali di
certe pitture
etrusche.
L’encausto usato
dai Greci e dai
Romani che si
effettuava
applicando a
caldo i colori,
mescolati sul
fuoco con cera,
resine e
talvolta olio; è
usato dalla
Salvati per dare
risalto alle
parole che sono
colore
alfabetico per
avvincersi alla
lettura di versi
sempre piu’
nitidi di un
amore cui oggi
abbiamo tanto
bisogno.
Nell’opera “
Canti d’Amore”
si rispecchia
una forza
caratteristica
della filologia
italiana. Il
nostro Poeta
crede in quello
che fa, anche
quando il
manoscritto
diventando libro
sembra ridurre
il sentimento
che vi ha
profuso nel
vergare i versi,
e non riflette
che, ogni
qualvolta si
scopre un nuovo
lettore si
rilegge quanto
si è scritto e
si correggono
errori sino
allora non
sospettati. Lei
preferisce una
spiegazione e
sorride dei
commenti che
sono fatti al
libro. Chi
interpreta
tutto, da adito
al sospetto di
non capire
niente, o almeno
di non aver
senso di lingua
e di stile.
Questa stessa
attenzione per
il testo, che
non significa
solo affinamento
del senso
d’arte, anche
quando si tenta
di coonestare
l’enunciazione
di verità
generali
sull’arte,
troppo pacifiche
perché sia
meritorio
ripeterle. In
questo caso si
ha come la
sensazione di
aver portato
come conseguenza
la Poesia alla
Pittura, andando
da un’attività
all’altra,
concentrate in
una sola
corrente
artistica.
Anna dipingendo
si è ripetuta
mentalmente
l’elegia d’amore
di Tibullio,
Properzio,
Catullo
nonostante la
finzione
letteraria della
Poesia. Donna di
vivi sentimenti
e di grande
sincerità, Anna
Salvati, ha una
larga cerchia di
amici e di
nemici. Non è
facile cantare
l’Amore in un
periodo come il
nostro; ecco
perché ha contro
tutti coloro che
non credono in
questo
sentimento
oppure lo hanno
trasformato nel
sinonimo“ sesso
“, eppure Anna è
una donna di
grande fascino.
Reno Bromuro |